Il fine di tutto il nostro esplorare
sarà di giungere al punto da dove siamo partiti
e di conoscere il luogo per la prima volta.
Avrete spesso sentito parlare di viaggi compiuti con e attraverso il vino, che ci fornisce un punto di vista spesso inaspettato e ci attira in un’esplorazione intima dei luoghi. Lontani dal rumore cittadino e dalla frenesia del mondo, il vino ci restituisce il valore del tempo.
In fondo, assaggiamo la conseguenza di un processo lungo e laborioso che si è concluso già e che non è finito ancora. E noi ne fotografiamo un solo istante lungo i suoi infiniti.
Quando lo vedrete brillare nel calice chiedetevi da dove viene e come sono state le stagioni prima del raccolto, chiedetegli di raccontarvi chi era prima che vi si presentasse e a che punto della sua vita si trova. Noterete che, mentre ne udite la storia, cambierà ancora e vi mostrerà altri suoi lati, usciranno nuovi profumi e vi porterà nei luoghi in cui è cresciuto, perché si porterà dietro gli odori e la “stoffa” di casa sua. Se avrete la pazienza di ascoltare e la curiosità di scoprire, il vino sarà per voi un eccellente cantastorie.
Cos’è, dunque, una degustazione?
Tecnicamente, è il procedimento di valutazione organolettica, cioè la valutazione sensoriale attraverso cui si analizzano l’aspetto visivo, olfattivo e infine gustativo di un alimento o, nel nostro caso, di una bevanda.
Ma noi sappiamo che è molto di più, è un varco temporale, è il tasto di rewind. Possiamo tornare indietro o, se vogliamo, andare avanti e immaginarci ancora e nuovi. Potremo degustare lo stesso vino svariate volte e trovare sempre una rinnovata emozione, che si evolverà in base al nostro stato d’animo, ci farà ricordare della prima volta in sua compagnia o sorprenderci cambiati al rincontro, acquisite nuove esperienze e consapevolezze.
Il vino è tecnica e studio e allo stesso modo è sensibilità e passione. Mondi meravigliosi si aprono a chi assaggia con saggezza e libertà.
È con questo spirito che, con grande onore, vi presentiamo la nostra prima verticale dell’Etna DOC Tifeo bianco nelle annate 2019, 2018, 2017, 2016.
Se vi state chiedendo cosa sia una degustazione verticale, vi sarà utile sapere che questa può declinarsi in una versione verticale e orizzontale:
Nella prima l’intenzione è quella di degustare annate diverse dello stesso vino con l’obiettivo di valutarne la potenzialità evolutiva.
Della seconda saranno oggetto vini dello stesso vitigno e della stessa annata, ma di produttori differenti, al fine di cogliere le differenze relative al terroir o lo stile enologico intrapreso dal produttore.
L’entusiasmo con cui vi proponiamo queste quattro annate del Tifeo Bianco nasce dalle tante occasioni in cui, dopo lunghe giornate di lavoro, ci siamo ritrovati tutti attorno ad un tavolo, qui in cantina, e ci siamo messi ad aprire bottiglie di annate correnti e passate. C’era chi ricercava l’evoluzione, la complessità delle note odorose e chi la leggendaria freschezza; c’era chi si esercitava per l’esame da sommelier e chi ripercorreva le scelte fatte, in vigna e in cantina; chi si ricordava di quella giornata di grandine d’agosto, chi del caldo torrido e tutti ci siamo ricordati del tempo trascorso assieme, tra una vendemmia e l’altra.
La più recente è quella del 2019. Un’annata tranquilla con uve sane e consistenti, fragranti, perfette per vini potenti ed equilibrati soprattutto nella relazione tra alcolicità ed aromaticità. Il vino sarà ricco di note agrumate e di fiori, arricchito da erbette aromatiche e soffi minerali; in bocca caratterizzato da un’incisiva freschezza e scia sapida.
La vendemmia 2018 è stata la più complicata, piovosa e fresca. La lenta maturazione ha dato vini certamente più freschi e sapidi. Abbiamo fatto un meticoloso lavoro di selezione per scegliere le uve, che ha dato come risultato un vino dal deciso carattere vulcanico, in cui troviamo ancora le note di limone e gelsomino, si aggiungono anche basilico ed erba bagnata. Ancora in evoluzione e per molto tempo ancora.
La 2017 è stata un’annata calda dalla lunga estate, rinfrescata dai venti serali e l’uva era perfettamente sana ed asciutta. Al calice mostrerà i primi cenni dorati e gli odori si fanno più intensi, ricordando dalla mela cotogna al cedro, dalla camomilla alla salvia. Migliora nell’equilibrio gustativo che avvolge bene il palato.
Nel 2016 l’assenza di piogge prima della raccolta ha garantito uve asciutte e pulite, che hanno dato seguito a vini sapidi e concentrati. Luminoso e dorato, elegante e complesso, con note di crema alla vaniglia e limone candito, polvere di gesso e uno spiccato sentore di idrocarburi, perfetto nella sua equilibrata maturità. Acquista profondità al sorso ed è dotato di uno stile unico e raffinato.
Ognuno di loro è il testimone di un’idea. Li lasciamo liberi di raggiungervi e coccolarvi, rinfrescando le sere d’estate che seguiranno, regalandovi momenti spensierati e leggeri.
Non vediamo l’ora di scoprire le vostre impressioni e di sapere quale tra loro avrà incontrato maggiormente il vostro gusto, quale rispecchierà il vostro stile.